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About.

Milanese, ha studiato pianoforte, chitarra ed armonica per poi fondare varie band con le quali si è esibito in locali ed in teatri all'interno di varie rassegne musicali. Si è esibito chitarra e voce al “Teatro delle Erbe”, al “Teatro Fontana” ed ha aperto il concerto di Massimo Priviero al “Rolling Stone” di Milano. Si è esibito alla fase finale del festival di S. Marino del 2003 ed a diverse edizioni di “Rock targato Italia" arrivando alle finali regionali nel 2014. Nel Dicembre 2006 ha partecipato come solista al concorso “Augusto Daolio” di Sulmona vincendo il “Premio della critica”. Ha partecipato a diversi concerti dedicati ad Alessandro Bono, artista milanese scomparso prematuramente, duettando tra gli altri con Mario Lavezzi. Con il brano “Spazzatura” ha partecipato al CD tributo dedicato ad Alessandro. Nel Settembre 2011 è uscito il suo primo disco dal titolo "Che Cosa Sei” cui hanno partecipato, tra gli altri, il maestro Mark Harris (De André, Jannacci, Antonella Ruggero e Renato Zero tra le sue collaborazioni), Luca Zamponi (Ivan Graziani, Zucchero), Dino D’Autorio (Ruggeri e Zero tra gli altri) ed il Blues Man Francesco Piu. Nel disco di esordio Francesco ha impressionato per la versatilità della sua voce e per la varietà delle sonorità utilizzate, messe al servizio di un progetto che lo ha portato a suonare nei più importanti locali di Milano e della Lombardia. Con il singolo “Che Cosa Sei” è stato selezionato tra i finalisti del concorso YEM2010! e si è classificato quarto assoluto al concorso internazionale "Vivere la Musica" di Novara del 2010. Dal 2012 si propone da solo chitarra e voce in chiave acustica con il suo “Anplagghed sciò” nei locali e, come busker, per le strade della Lombardia. In questa veste è stato ospite del Buscadero Day 2013 e degli shortcuts di vinilmania 2013. Nel 2015 ha pubblicato il disco “Over The Corvers - A ladder to the stars” un disco di cover di culto reinterpretate e riarrangiate in acustico che, grazie alla sua voce forte e duttile, ricca di personalità e soul, gli ha permesso di farsi conoscere ed apprezzare nell’ampio ambiente di appassionati del rock e del folk di varie influenze. Nel Marzo 2017 ha pubblicato il suo terzo disco “Il principio di Archimede”. E’ laureato in astrofisica e lavora da 10 anni nel settore del web e del digital. Appassionato di Start-Up sta portando avanti il progetto www.localero.it con amici musicisti per dare visibilità agli artisti indipendenti ed ai migliaia di “Local Hero” che come lui si danno da fare ogni giorno per suonare nei locali, nei pub o dovunque sia possibile.

Di lui hanno detto ...

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”Una generale temperie soul, la voce sempre molto espressiva, decisamente in primopiano. Francesco D’Acri si nutre di una grande ammirazione nei confronti dei vocalist del passato, Demetrio Stratos in testa.” (Piergiorgio Pardo - “Blow Up”)

“Il pensiero – ed è gran cosa – va subito al Lucio Battisti dei primissimi 70, quello che congenialità purissima metteva insieme le sonorità R&B afro-americane con la melodia mediterranea” (Paolo Vites – “Ilsussidiario.net”)

“Cuore da busker e cultore della parola letterata cantata; una gavetta che ruba l’attitudine della tradizione folk singer” (Claudio Giuliani – “Mescalina”)

“Un grintoso D’Acri affronta il disorientamento attuale dell’uomo spostando la sua cifra stilistica indie lungo il main-stream proponendo un rock all’italiana, che però gli sta stretto. C’è spontaneità ed un tocco unico, non solo riferimenti classici.” (Eleonora Bagarotti –“Libertà”)

“Francesco D’Acri è un interprete, che non è un modo per sminuire la sua portata artistica, quanto una maniera per distinguerlo dal gruppone di cantanti che affolla l’attuale scena Italiana. Lui le canzoni le interpreta, non le canta solamente.” (Francesco Casuscelli -“Rockerilla”)

“La voce di D'Acri è solida, potente, profonda, calda, rock… senza rivali nel panorama nostrano” (Blue Bottazzi – “Little Italy: il rock made in Italy”)

“Francesco D’Acri è un sanguigno, un musicista appassionato nelle cui vene scorrono generose dosi di rock americano. La sua voce profonda sa assecondare ogni onda buona del rock e tutte le rocce del folk” (Maurizio Pratelli - QTIME)

“Una voce davvero notevole, profonda e cavernosa, molto vicina ad Elvis. Francesco D'Acri merita di essere annoverato fra gli artisti italiani che guardano con gli occhi lucidi e nostalgia a quell'America della musica, delle lettere e del mito che ha conquistato tanti, ma che, purtuttavia, ne sanno leggere sia la straordinaria bellezza, sia le enormi contraddizioni. “ (Marco Quaroni Pinchetti – “Il giornale di Sondrio”)
 

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